giovedì 26 gennaio 2012

CIELITO LINDO




Un primo pomeriggio d'inverno. Una giornata piena di novità, perché  ci sono giorni in cui non succede nulla e giorni in cui sembra che il mondo si sia svegliato e ricordato di te. All'improvviso. Come se un problema alla "linea" che impediva le comunicazioni tra te e il resto dell'universo, all'improvviso fosse stato riparato.
Ti basta accennare un piccolo movimento ed è come se tutto il resto seguisse a ruota. Come quando vai in bicicletta. Per rimanere in equilibrio devi pedalare sempre ad una certa velocità.
Questo è il cielo di oggi pomeriggio. Un cielo strano.
Nero eppure col sole.

Ay, ay, ay, ay,

Canta y no llores,
Porque cantando se alegran,
Cielito lindo, los corazones.

martedì 17 gennaio 2012

COME ON BABY LET MY FIRE (Focara Novoli 2012)

Ci sono tantissimi riti, feste e tradizioni in Salento. Molte di origine pagana, poi trasposte nei riti cristiani. Altre totalmente inventate dal marketing come La Notte della Taranta. La mia preferita è però in assoluto la FOCARA di Novoli, che si svolge il 16 gennaio, in occasione della festa di Sant'Antonio.
Per giorni si prepara la torre di fascine, una sorta di pajarone alto circa 20 metri. Alle 20.00 inizia lo spettacolo pirotecnico e la cerimonia di accensione.

I fuochi d'artificio partono da terra ed illuminano la focara.
Migliaia di teste rivolgono lo sguardo verso l'alto.

Una miccia è collocata lungo i tre piani della torre: i fuochi d'artificio a questo punto si levano direttamente dalla focara.
Uno spettacolo quasi surreale; una nube illuminata si leva in aria e le sculture - i cavalli - di Paladino appaiono come Pegaso sospesi in aria.

Ed ecco che il fuoco arde, la gente si disperde. Il freddo è pungente e tra poche ore inizierà lo spettacolo musicale. Roy Paci, Moni Ovadia e Daniele Silvestri suonano e cantano con l'Orchestra de fuoco. Dopo tanto freddo e vino per scaldarsi, si arriva stanchi al concerto e non è possibile apprezzarlo in pieno. Negli occhi rimane stampato lo spettacolo pirotecnico. Il più emozionante. 

lunedì 16 gennaio 2012

HAPPY NEW YEAR A NAPOLI

Qual è il periodo migliore per andare a Napoli? Per i più audaci di sicuro capodanno è il più suggestivo. Ovunque voi siate, ovunque vi troviate a festeggiare, che sia in casa coi parenti, in un ristorante, in piazza del Plebiscito o, chessò, persino in una caserma.. Se guardate verso l'alto dopo la mezzanotte vedrete il più grande spettacolo pirotenico collettivo. In tutta la città e da qualunque balcone vedrete esplodere fuochi d'artificio. Ovviamente tutti i napoletani sanno che è meglio non avventurarsi fuori casa la notte del 31 dicembre prima dell'una, per evitare di essere investiti accidentalmente da qualche "mina vagante", qualche proiettile sparato da qualche cittadino dal neurone pigro.


Vedi Napoli e poi muori, si dice. Io sono ancora tutta intera, ma posso confermare che non c'è nulla di così splendido, imponente e variegato come il paesaggio napoletano. Sembra un concentrato di meraviglie e posti incantati. C'è il vulcano, il Vesuvio, che già di per se è affascinante. C'è anche il mare e si sa che le città di mare sono speciali. Ci sono anche le isole, perché Dio quando ha creato Napoli non ha voluto risparmiarsi. C'è un castello? No, ce ne sono persino 3. Insomma Napoli sembra un parco giochi. Nella stessa città convivono la funicolare e la spiaggia di Posillipo. Può essere una città del genere un luogo banale?

O' Vesuvio

Preparativi per il capodanno in piazza del Plebiscito sullo sfondo il Castello di Capodimonte


Altare a Maradona

Napoli ha tante anime dicevo ed una di queste, la più temuta, è quella del degrado, della criminalità ed ha un simbolo: le vele. Durante il mio viaggio ho avuto il privilegio di poter vederle da vicino e francamente mi sono vergognata di essere un architetto. Non metto in dubbio le buone intenzioni dell'architetto Franz Di Salvo. Se avesse voluto volontariamente creare un ricettacolo simile di degrato, disagio e invivibilità...Non ci sarebbe riuscito. 




le vele

Cito Wikipedia: 
Le vele di Scampia sono abitazioni costruite nell'omonimo quartiere della città di Napoli tra il 1962 e il 1975; prendono il nome dalla loro forma triangolare che ricorda appunto quella di una vela, larga alla base e che va restringendosi man mano che si va verso i piani superiori.
Nate a seguito della legge 167 del 1962, le sette vele di Scampia (progettate dall'architetto Franz Di Salvo) facevano parte di un progetto abitativo di larghe vedute che prevedeva anche uno sviluppo della città di Napoli nella zona est, ossia Ponticelli. Esse restano, nonostante tutto, l’opera realizzata che meglio rappresenta la poetica architettonica dell'architetto. L'esordio di Di Salvo nell’ambito della progettazione per l’edilizia economica e popolare risale al 1945 con la realizzazione, in collaborazione con altri architetti, del Rione Cesare Battisti a Poggioreale, che rappresentò all'epoca il paradigma di una «nuova maniera di pensare» la residenza sociale. Dopo anni di continue sperimentazioni progettuali, si vide affidare dalla Cassa del Mezzogiorno l’incarico di realizzare a Scampìa un grande complesso residenziale. Ispirandosi ai princìpi delle unitès d’habitations di Le Corbusier, alle strutture «a cavalletto» proposte da Kenzo Tange e più in generale ai modelli macrostrutturali, Di Salvo articolò l’impianto del rione su due tipi edilizi: a «torre» e a «tenda». Quest’ultimo tipo, che imprime l’immagine predominante del complesso delle Vele, è contraddistinto (in sezione) dall’accostamento di due corpi di fabbrica lamellari inclinati, separati da un grande vuoto centrale attraversato dai lunghi ballatoi sospesi ad un’altezza intermedia rispetto alle quote degli alloggi. Erano inoltre previsti centri sociali, uno spazio di gioco ed altre attrezzature collettive. La mancata realizzazione di questo «nucleo di socializzazione» è stata certamente una concausa del fallimento.

inside le vele
Credo che molti degli scempi di una certa architettura contemporanea siano da attribuire al padre della corrente di pensiero che voleva eliminare la storia e concentrare tutti gli abitanti di una città in un unico edificio. Il caro vecchio - pazzo - Le Corbusier. Aaaaaaaaah se avesse teorizzato di meno e progettato di più. Aaaaah se si fosse fatto qualche amico e qualche donna in più invece di voler giocare a trasformarci in polli in batteria. Questo del resto è il prototipo a cui molti architetti si sono ispirati, con risultati non sempre felici.
Unité d'Habitation - Marseille - Le Corbusier
Ora il dibattito si è aperto tra chi vorrebbe abbattere le Vele e chi vorrebbe conservarle, come "simbolo dell'oggi" (Come se avessimo davvero bisogno di ricordarci tutti i giorni alcune bruttezze dell'umanità). Tra questi anche e soprattutto docenti di Architettura delle più importanti università italiane, che probabilmente a Scampia non c'hanno mai messo piede e vivono nelle proprie villette liberty con giardino. A Scampia l'unico fazzoletto di verde è occupato da un campo rom. Scampia, si sa, è multietnica.

Al di là delle polemiche a Napoli si respira un'aria strana. Un'aria diversa dalle altre città. Si respira un'aria...Un'aria di città Capitale.